Intervista ad Andrea Ricca, regista indipendente e autore di cortometraggi Sci-Fi Horror che spopolano sul web

Salernitano classe 1974, Andrea Ricca lavora come grafico 3D, montatore e fotografo, collaborando con varie aziende tra cui il Giffoni Film Festival. Nel 1998 debutta come autore di cortometraggi, inizialmente a sfondo sociale, finché nel 2008 decide di introdurre nei suoi lavori le competenze grafiche acquisite nel corso dei suoi studi e, naturalmente, la sua passione per i generi Horror e Fantascientifico. È inoltre autore del manuale Effetti Speciali Low Budget (2012, ed. Dino Audino), dedicato all’approfondimento delle tecniche di computer grafica a basso costo per filmmakers indipendenti, vale a dire per gente come lui. Tutti i suoi cortometraggi infatti sono completamente auto-prodotti a spese zero, senza contributi esterni né retribuzione ai personaggi, senza troupe, ma con il solo ausilio di una videocamera FullHD e di un computer. La scrittura, le riprese, il montaggio, l’animazione 3D, la post-produzione sono tutti realizzati da Andrea. Un merito non di poco conto. E il risultato è a dir poco strabiliante; non solo a livello visivo: i suoi lavori incarnano alla perfezione la storia della letteratura e del cinema di genere, in cui il reale si scontra col fantastico, portatore di meraviglia, avventura, emozione, ma che alla fine svanisce nella quotidianità terrena.

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I suoi numeri sul web fanno girare la testa. In totale, si parla di più di 14 milioni di visualizzazioni solo su YouTube. Il suo talento non è passato inosservato neanche ad alcune delle più importanti testate internazionali, sia cartacee sia digitali, come ad esempio le americane Horror Society, DreadCentral.com, HorrorMovie.ca, Daily Horror, Harrow in the Head, Bloody Disgusting, Famous Monsters of Filmland; l’inglese SFX UK; le francesi Starbust e Ecran Fantastique. Stesso discorso in Italia: Ciak, Fantascienza.com, HorrorMovie.it, Tutto Digitale, Nocturno, Taxi Drivers, Mucchio Selvaggio, CineBlog.it, CineMonitor, Sentieri Selvaggi.
Citazioni e apprezzamenti arrivano anche dalle case di produzione CGBros e la storica Hammer Film, dal Fright Night International Film Fest e dalla Horror Society, il cui scopo è proprio dare voce a produzioni di genere indipendenti.
Addirittura, i suoi cortometraggi sono oggetti di studio per tesi di laurea, come nel caso de Il Cinema Italiano di Fantascienza (Relatore Prof. Roy Menarini) e Il cinema progettato per il Web (Relatore Prof. Gian Battista Canova).
Inoltre, alcuni dei suoi piccoli capolavori hanno concorso al Vienna Fright Night International Film Festival, al Fantafestival e all’International Fantastic Film Festival.

 

Andrea, quando hai cominciato ad appassionarti ai generi Horror e Sci-Fi?
Negli anni Ottanta, al tempo della mia pre-adolescenza. Un periodo molto florido per quel che riguarda il ritorno al cinema dei film di genere di qualità, dopo l’impegno del decennio precedente. In quegli anni i cinema presentavano opere di grande creatività e sostenute da alti budget, come Ritorno al Futuro (Zemeckis, 1985) o Incontri ravvicinati del terzo tipo (Spielberg, 1977); talvolta con un taglio anche abbastanza autoriale, nel caso di Blade Runner (Scott, 1982).
Inoltre, c’era un forte richiamo alla fantascienza anni Cinquanta; non a caso, Alien (Scott, 1979) è un omaggio ai film di quell’epoca.

I tuoi lavori rievocano grandi cult del passato e del presente. In particolare, quali sono le tue figure di riferimento?
Sicuramente Steven Spielberg, George Lucas, Robert Zemeckis e Joe Dante. Nessuno però raggiunge quel talento innovatore e visionario di Walt Disney.
Per quanto riguarda invece gli effetti speciali, impossibile non citare il re della stop-motion Ray Harryhausen.

Oggi Internet è il canale più diretto per raggiungere e conquistare grandi fette di pubblico. Quando hai cominciato a idealizzare i tuoi lavori per il web pensavi a un target specifico cui indirizzarli oppure volevi – come è anche giusto che sia – dare solo libero sfogo alla tua creatività?
Quando ho cominciato a realizzare cortometraggi, Internet ancora non c’era; dunque, il mio pubblico di riferimento era quello dei festival. Naturalmente l’avvento del web ha cambiato tutto: ora è possibile raggiungere molte più persone, concedendosi anche maggiori libertà in termini di sperimentazione.
Certo, la voglia di esprimersi, creare storie, raccontare per immagini ed emozionare resta comunque il motore di tutto il mio lavoro.

Qual è la ragione che ti ha portato a realizzare il tuo primo lavoro di genere?
Ho iniziato lavorando a livello locale come fumettista. Essendo poi un grande appassionato di cinema, ho comprato alcune tra le prime buone videocamere accessibili a tutti; l’idea di fare piccoli film è venuta da sé.
Il primo lavoro di genere è stato The Guardian (2008), ispirato un po’ alla saga di Indiana Jones (Spielberg) e un po’ a Gli Argonauti (Chaffey, 1963). Al tempo, mi ero appena specializzato in grafica 3D; l’idea di abbandonare film d’autore o a tema sociale in favore dell’Horror e dello Sci-Fi è stata una piccola scommessa con me stesso. Per fortuna, il cortometraggio ha subito riscosso un buon successo, conquistandosi anche un’intera pagina sulla rivista francese Ecran Fantastique. Mi sono sentito incoraggiato e ho deciso di proseguire su quella strada.

Lavorando da solo, le difficoltà non saranno di certo poche. Quanto tempo impieghi a portare a termine un tuo corto per il web?
Per un corto di circa cinque minuti, impiego normalmente dalle due alle tre settimane solo per le riprese; mentre per gli effetti speciali possono trascorrere anche tre mesi.

Dunque la questione tempo è fondamentale. È anche per questo motivo che finora hai realizzato solo short-movies?
Sicuramente, quando entrano in campo gli effetti speciali, l’impegno aumenta in modo esponenziale. E non avendo fondi né troupe, per me sarebbe molto complicato allungare la durata dei miei lavori.

Hai mai pensato di allargare i tuoi orizzonti al mondo del cinema?
In realtà questo genere di cortometraggi, che ricalca in piccolo alcune grandi pellicole americane con attori che interagiscono, creature create al computer e una struttura narrativa che prevede i vari passi tradizionali della sceneggiatura cinematografica, fa riferimento ad un tipo di cinema pressoché sconosciuto in Italia. Inoltre, il web cinema non produce ricavi economici; d’altra parte, garantisce una grande libertà di espressione e, come detto, sperimentazione.

Ti piacerebbe realizzare un lungometraggio 100% Andrea Ricca?
Certo che sì! Coglierei al volo un occasione simile, anche perché ad oggi il riscontro del pubblico verso i miei corti è incoraggiante.

E per quanto riguarda il tuo futuro?
Sono alle prese con diversi progetti, uno dei quali potrebbe riguardare il tema dei dinosauri.
Successivamente, vorrei tornare ad affrontare un tema caro al mio pubblico, quello dell’invasione aliena.
Infine, mi piacerebbe continuare a sperimentare l’Horror sull’onda dei miei effetti in 3D.
Vedremo se ci sarà l’occasione di alimentare ancora questa passione.

Per maggiori info: www.andrearicca.it.

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